Perché gli Ebrei Non Credono in Gesù?

Jews for Jesus on a missionRecentemente sono tornato a Gerusalemme dopo un'assenza di sette mesi, durante la quale sono stato a Roma, a Steubenville (Ohio), e nella mia nativa Canada. Durante il tempo trascorso all'estero ho avuto molte conversazioni con amici cattolici sul giudaismo. Per molti cattolici sembra incredibile che la maggior parte degli ebrei "non abbiano ancora capito" che il Messia è già venuto. Dopo tutto, si tratta del Popolo Eletto dell'alleanza, scelto da Dio per essere suo testimone al mondo, e proprio esso ha ignorato il fatto che il Messia sia effettivamente già arrivato 2000 anni fa. Questo costituisce davvero un fatto sconcertante. D'altra parte, succede anche che dei miei amici ebrei esprimano apertamente il loro disappunto, chiedendosi perché una persona sana di mente dovrebbe mai credere al cristianesimo. Ciò dimostra che persino nell'era dell'informazione istantanea e dell'internet, esista ancora un abisso nella reciproca comprensione tra gli ebrei e i cristiani.

Vorrei illustrare questa situazione con un esempio: sull'aereo durante il viaggio di ritorno a Tel Aviv ero seduto vicino ad un uomo ebreo ortodosso. Non avevamo ancora decollato che, dopo aver appreso che cosa faccio, l'uomo mi dice: "il più grande errore che i cristiani abbiano mai fatto è stato quello di inventarsi l'idea della Trinità." Questo, secondo lui, ha rovinato ogni possibilità per gli ebrei e i cristiani di trovare un punto d'incontro perché "gli ebrei credono nell'assoluta unità di Dio e non in un Dio che è 'diviso in tre parti'."  Non è servito molto il mio cercare di spiegare che in realtà noi cristiani crediamo anche nell'unità di Dio, che noi possiamo sinceramente pregare lo "Shema Israel" insieme agli ebrei, e che in realtà la Trinità non significa che Dio è "diviso in tre parti". Cercai anche di spiegare che non sono stati i cristiani ad "inventarsi questa idea" ma che noi crediamo che Dio Stesso l'abbia rivelato e che vi siano in realtà molte prove della pluralità di Dio nelle scritture e nella tradizione ebraica. Non so se tutto ciò lo abbia in qualche modo influenzato, ma la conversazione certamente mi ha fatto capire che stavo tornando in un mondo molto diverso da quello delle cerchie ecclesiastiche di Roma.

Sul sito Cattolici per Israele pubblichiamo molti articoli e risorse (principalmente indirizzate ai nostri amici ebrei) che mostrano i fondamenti della fede cattolica nelle scritture e nella tradizione ebraica - per esempio, le ragioni per cui noi crediamo che Gesù sia il Messia di Israele, come l'Unico Dio di Israele abbia rivelato Se Stesso come una comunione di tre Persone, e come il Messia abbia fondato una Chiesa che è una, santa, cattolica e apostolica.

La presente riflessione, per contrasto, è indirizzata ai crisitani che desiderano comprendere meglio i motivi del rifiuto da parte degli ebrei di Gesù e della Chiesa, e che cercano di vedere la prospettiva dal'"loro punto di vista". Per una lettura più proficua potreste ora soffermarvi un momento e, prima di andare avanti, farvi una lista mentale (o scritta) di ciò che voi pensiate che possano essere gli ostacoli o gli impedimenti che allontanano gli ebrei dal Vangelo. La mia lista personale riportata di sotto è basata sui miei dieci anni di esperienza di vita in Israele e su numerose conversazioni sulla fede che ho avuto con amici, conoscenti ed estranei ebrei - da studenti dell'università israeliana ai miei vicini ebrei ortodossi. Io non affermo di essere esaustivo in questo compito, e sono benenuti i vostri pensieri, suggerimenti e correzioni.

Prima di cominciare, vorrei fare un'importante distinzione: sembra che le ragioni del rifiuto di Gesù e della Chiesa da parte degli ebrei possano essere suddivise in tre grandi categorie. Due di queste sono in gran parte o interamente fuori dal nostro (cristiano) controllo e appartengono al dominio della Divina Provvidenza e dell'opera dello Spirito Santo. Queste ovviamente vanno oltre il mio campo di competenza e ne farò solo un accenno. La terza categoria consiste in cose più tangibili, che certamente noi cristiani possiamo concretamente influenzare.

Le tre categorie sono:

  1. Il Mistero del Disegno della Salvezza e Provvidenza di Dio
  2. La Cecità di Israele e il Mistero dell'Iniquità
  3. Questioni storiche, culturali e teologiche.

1. Il Mistero del Disegno della Salvezza e Provvidenza di Dio

Per il mistero della Provvidenza di Dio, il rifiuto di Israele del Messia è diventato l'occasione di salvezza per le nazioni del mondo. Quando la maggioranza del Popolo Eletto ha rifiutato le affermazioni messianiche di Gesù, questo ha portato gli apostoli a rivolgersi ai gentili e a diffondere il messaggio del Vangelo ai non-ebrei, come predetto dal profeta Osea: "e avverrà che nel luogo stesso dove fu detto loro: `Voi non siete il mio popolo', là saranno chiamati `figli del Dio vivente.'" (Os 2:1; Rm 9:26). Fu proprio "a causa della loro caduta" che la salvezza è giunta ai gentili, "per suscitare la loro gelosia" (Rm 11:11). Ciò non è stato un totale ripudio di Israele da parte di Dio (cf. Rm 11:1-2), ma solo un temporaneo passo indietro, che servì per un proposito specifico e che un giorno terminerà: perché "l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato" (Rm 11:25-26; cf. CCC 674). Il temporaneo rifiuto degli ebrei del Vangelo è diventato una benedizione per il mondo, e la loro accettazione sarà una benedizione globale ancora più grande: "se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!" (Rm 11:12)

2. La Cecità di Israele e il Mistero dell'Iniquità

Tuttavia, Gesù pianse per il rifiuto di Gerusalemme nei suoi confronti (Lc 13:34; 19:41) e Paolo si disperò su questa questione (Rm 9:1-3). E così non si può dire che la non-accettazione degli ebrei del Vangelo fu la volontà positiva di Dio, ma semplicemente la sua volontà permissiva - che per Sua Provvidenza Egli trasformò in benedizione per il mondo. Ciononostante il rifiuto degli ebrei di Gesù è stato e rimane ancora una tragedia e un diniego del proposito salvifico di Dio per il Suo popolo. Senza dubbio non si può biasimare solo il misterioso disegno della salvezza di Dio (punto 1 sopra) o le circostanze esterne (punto 3 sotto) per giustificare appieno il loro rifiuto del Vangelo. Vi è anche l'elemento della responsabiltà personale e del peccato. Al di sotto di ogni ragione e scusa, che cerca di giustificare il rifiuto di riconoscere il Messia, vi sono senza dubbio oscure ragioni nel cuore umano, provenienti dalla caduta della natura umana e dall'orgoglio e ribellione fortemente radicati contro Dio, che hanno accompagnato l'umanità fin dall'espulsione dall'Eden.

Ciononostante, i cristiani devono essere estremamente cauti con questo punto, in quanto la storia delle relazioni ebraico-cristiane è piena di memorie di cristiani che puntano il dito agli ebrei e li biasimano della loro testardaggine o di quant'altro per aver rifiutato il Messia. Noi come cristiani abbiamo il dovere di smettere di giudicare e di guardare prima di tutto la trave nei nostri occhi prima di osservare la pagliuzza negli occhi degli ebrei. Le segrete e oscure ragioni per il rifiuto degli ebrei del Messia - sebbene esse sicuramente esistano - sono qualcosa che essi devono comprendere nella loro propria coscienza. È qualcosa tra loro e Dio. Il lavoro dei cristiani non è di giudicarli ma di amarli, facendo splendere il Vangelo tramite la testimonianza delle loro vite, così da rendere gli ebrei "gelosi" e desiderosi di gustare la bontà del Regno di Dio (sebbene certamente una testimonianza efficiente del Vangelo deve qualche volta includere una gentile indicazione alla realtà del peccato umano e la necessità di ogni persona del Salvatore).

3. Ragioni Storiche, Culturali e Teologiche per il Rifiuto Ebraico del Vangelo

Oltre agli aspetti del misterioso disegno di Dio e la resistenza scaturita dal peccato umano, vi sono anche elementi concreti che hanno storicamente contribuito al rifiuto degli ebrei di Gesù. Ecco quindi alcune delle ragioni principali che mi vengono in mente. Chiaramente vi sono miriadi di ragioni che riguardano ogni persona umana sul perché essi non siano dei discepoli di Gesù, come la semplice ignoranza del messaggio evangelico, ostacoli culturali, esperienze negative con i cristiani, l'inabilità di credere a causa dell'influenza del secolarismo, o la resistenza alle alte richieste etiche del Vangelo a causa dell'orgoglio e dell'egoismo umano. Mentre non sottovalutiamo questi fattori, mi concentrerò qui esclusivamente sulle ragioni che riguardano in particolar modo gli ebrei.

1) La Storia dell'Antisemitismo Cristiano

Gli ebrei sono stati profondamete feriti da secoli di antisemitismo, che ha causato il formarsi di una "pelle dura" ed una naturale resistenza a tutto ciò che ha a che fare con il cristianesimo.  Molti conoscono il cristianesimo come la religione delle crociate, dell'inquisizione, della discriminazione e delle umiliazioni, di sermoni e battesimi forzati, di espulsioni, persecuzioni e persino dell'Olocausto. Sebbene questa visione della storia non sia certamente sempre giusta e bilanciata (come l'accusa diretta al cristianesimo per l'Olocausto), un'esame imparziale della storia delle relazioni ebraico-cristiane mostra che vi è molta verità in essa. Per fortuna la situazione in questo contesto è molto migliorata oggi - ma ciò non significa necessariamente che tutte le ferite si siano risanate, o che non ci si imbatti ancora in dure esperssioni di arroganza esternate da cristiani verso il Popolo ebraico.

2) La Teologia della Sostituzione (Supercessionismo)

I cristiani hanno spesso affermato nel corso della storia che, poiché gli ebrei hanno rifiutato Gesù, Dio li ha ripudiati e ha sostituito Israele con la Chiesa. Questa idea è spesso il fondamento teologico dell'antisemitismo cristiano. Dal momento che l'Antico Testamento chiaramente afferma che l'elezione di Dio e l'eterno amore dell'alleanza per Israele è permanente e irrevocabile, si può naturalmente comprendere perché gli ebrei resistano un cristianesimo che insegna che Dio ha divorziato dalla Sua sposa originale. Fortunatamente la Chiesa Cattolica e molti altri gruppi cristiani ora rigettano officialmente il supercessionismo, ma l'idea è ancora sostenuta da un gran numero di cristiani (inclusi i cattolici). Vedi Che cosa è la Teologia della Sostituzione?

3) La Ricca Cultura Ebraica e la Soppressione dell'Identità Ebraica nella Chiesa

Il giudaismo è una religione molto ricca e bellissima nella sua fede, preghiere, feste, tradizioni e costumi. Molti ebrei, religiosi e non, vedono il giudaismo come il vero tessuto della loro identità. Per contrasto, sebbene la fede cattolica sia teologicamente ben radicata nel giudaismo, essa ha sviluppato modi di espressione che sono molti "gentili" [lo stesso si potrebbe dire per il cristianesimo evangelico: sebbene alcuni gruppi evangelici ora si sforzino di integrare più elementi ebraici nel loro culto, la loro teologia è ancora più lontana dal giudaismo del cattolicesimo (vedi qui).]  Non c'è niente di male nell'esprimere il cattolicesimo in modo "gentile", perché questo è parte dell'inculturazione della fede - adattare il cristianesimo alle differenti culture del mondo. Ma gli ebrei spesso si sentono estraniati quando entrano in una Chiesa e vedono cose come statue e icone, vesti sacerdotali o abiti monacali, l'ostensorio a forma di sole, ecc...  

Tuttavia prima la situazione era peggiore. Nel passato i cristiani soppressero di proposito tutte le espressioni dell'identità ebraica nella Chiesa (e alcuni continuano a sostenere questa soppressione oggi; vedi Una Risposta a Robert Sungenis). A volte gli ebrei che si convertirono furono obbligati a mangiare maiale o a lavorare durante Shabbat, e gli fu vietato di celebrare le feste ebraiche. Dal momento che questi pilastri di fede e di identità ebraiche furono date a Israele da Dio come comandamenti vincolanti, non c'è da meravigliarsi che gli ebrei non poterono e non possono ancora oggi accettare una religione che afferma di aver annullato tutti questi elementi. Oggi la Chiesa e molti cristiani sono molto più rispettosi e apprezzano di più le usanze ebraiche, riconoscendo che esse, invece di competere, arricchiscono la fede cristiana. Ma rimane ugualmente difficile per gli ebrei cattolici vivere ed esprimere la loro eredità ebraica all'interno della Chiesa. La sfida di oggi è di creare modi per facilitare una riscoperta dell'espressione ebraica nella Chiesa, in particolare in luoghi dove vi sono gruppi e comunità di ebrei cristiani.

4) Atteggiamenti Cristiani Negativi verso la Torah

In relazione all'ultimo punto, molti cristiani tendono ancora a opporre la Legge contro il Vangelo, come se la Torah fosse solo un duro peso legalistico dal quale Cristo è venuto a liberarci. In realtà gli ebrei ortodossi vedono la Torah come una via di devozione a Dio e la sua osservanza è per loro una grande fonte di gioia. Persino Paolo, spesso ritratto come un oppositore della Legge, ci ricorda che "la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento" (Rm 7:12). È vero che c'è sempre il pericolo di cadere nel fariseismo e nel dare un'attenzione meticolosa a delle minuzie ai danni della giustizia e della misericordia (cf. Mt 23:23) - ma questo pericolo esiste in tutte le religioni (incluso il cattolicesimo e tutte le forme del cristianesimo) e non solo nel giudaismo. I cristiani dimenticano facilmente che Gesù non è venuto ad abolire ma per dare compimento alla Legge (Mt 5:17). In pratica ciò significa che sebbene l'osservanza della Torah non sia imposta ai cristiani gentili, ciò non significa neanche che gli ebrei cristiani debbano essere obbligati ad abbandonare cose come la celebrazione dello Shabbat e della Pasqua ebraica o di mangare cibo kosher (cf. Atti 15, Torah e Vangelo, e Una Risposta a Robert Sungenis). Le parole dell'autore ebreo David Klinghoffer costituiscono una vera sfida per la Chiesa di oggi:

“Nessun autentico Messia ispirerebbe una religione che ha finito col chiamare gli ebrei a rifiutare il significato manifesto del Sinai. È molto semplice.” (David Klinghoffer, Perché gli Ebrei Rifiutarono Gesù, p. 215)

5) Mancanza di Pentimento Cristiano per i Peccati del Passato

Molti cristiani, non per colpa loro, sono altamente ignoranti della storia dell'antisemitismo cristiano, dell'errore della teologia della sostituzione o della soppressione dell'identità ebraica nella Chiesa. Nonostante la situazione sia molto migliorata, molti ebrei ancora non hanno mai ricevuto delle sincere scuse o espressioni di rincrescimento da parte di nessun cristiano per il difficile passato riguardo alle relazioni ebraico-cristiane. Fortunatamente ciò sta lentamente cambiando, in quanto sempre più cristiani stanno prendendo a cuore l'opera di risanare questa ferita e si assumono la responsabilità di esprimere un pentimento identificandosi con il passato (per esempio pentirsi per i peccati dei nostri padri anche se noi non siamo personalemente colpevoli). Nella mia esperienza personale, un tale umile atto da parte dei cristiani è il più potente catalizzatore nel miglioramento della riconciliazione ebraico-cristiana.

6) Pressione Sociale e Timore

Molti ebrei che vengono alla fede in Gesù oggi devono ancora affrontare incredibili difficoltà, ostracismo e qualche volta persecuzioni dalle loro stesse famiglie e comunità ebraiche. Non c'è dubbio che ciò operi da potente deterrente, rendendo esitanti molti ebrei o non disposti a prestare un onesto ascolto alle affermazioni della messianità di Gesù.

7) Difficoltà e Malintesi Teologici

Sebbene molte delle ragioni che ho elencato finora per il rifiuto di Gesù siano socio-storiche, l'aspetto teologico non dovrebbe essere sottovalutato. Mentre il giudaismo del Secondo Tempio aveva preparato la via alla fede cristiana, il giudaismo del tardo medioevo spesso di proposito si è sviluppato in opposizione al cristianesimo, per esempio nell'estrema enfatizzazione dell'assoluta singolarità dell'unità di Dio (in opposizione alla fede trinitaria), o nel fatto che il Messia sarà solamente un uomo e in nessun modo divino. Un altro grande problema, ugualmente rilevante oggi come lo era ai tempi del Nuovo Testamento, è il credere che il Messia dovrà portare pace sulla terra e fisicamente salvare Israele, restaurandola ad un glorioso stato simile al regno davidico e salomonico. Secondo questo credo, Gesù non avrebbe potuto essere il Messia perché egli non portò affatto pace sulla terra. Al contrario, dalla sua venuta hanno continuato ad esserci guerre come prima, con un aumento delle pene per Israele e per il Popolo ebraico.

Queste difficoltà teologiche e molte altre vengono trattate sul nostro sito. 

8) Teologia della Duplice Alleanza

Qualche volta, dietro la mancanza di interesse cristiano per la salvezza di Israele, vi è nascosta una falsa e perniciosa dottrina che si è infiltrata nella Chiesa nell'ultima generazione tramite alcune figure influenti, e che ha letteralmente paralizzato la missione della Chiesa in alcune cerchie. Questo è l'errore della teologia della duplice alleanza, secondo la quale gli ebrei sono già salvi tramite la loro alleanza con Dio e quindi non hanno bisogno di Gesù o della Nuova Alleanza. Sebbene sia vero che gli ebrei possono essere salvati senza esplicitamente conoscere il Messia o la Sua Chiesa se, non per colpa loro, cercano Dio con un cuore sincero e si sforzano di fare la Sua volontà secondo le loro possibilità (CCC 846-47), rimane il fatto che la "Chiesa e l'Ebraismo non possono essere visti come due vie parallele di salvezza e la Chiesa deve testimoniare il Cristo come il Salvatore di tutti". (Note sul Corretto Modo di Presentare gli Ebrei e l'Ebraismo nella Predicazione e nella Catechesi nella Chiesa Cattolica Romana  I. 7I. 7, Commissione per le Relazioni Religiose della Chiesa Cattolica con l'Ebraismo, 1985).

9) Apatia Cristiana e Cattolici Tiepidi

Molti cattolici sono mal equipaggiati nello spiegare la loro fede coerentemente, e lo sono ancora di più nello spiegare le radici ebraiche delle dottrine cattoliche. Altri si sentono intimidati dal compito o non sono neanche interessati a farlo. Altri ancora sono stati influenzati dalla teologia della duplice alleanza o vogliono segure una correttezza politica, pensando che sia inappropriato pregare che gli ebrei arrivino alla fede in Gesù o sono intimoriti dall'idea di testimoniare loro la propria fede. Quando si sentono preghiere per la salvezza di Israele durante le intercessioni dei fedeli durante la Messa? Quando si porta questa intenzione davanti al Signore nelle proprie preghiere personali? La Lettera di Giacomo ci ricorda: "non avete perché non chiedete". (Gc 4:2). Ci si dovrebbe porre la domanda di quanti cattolici siano ispirati dal "grande dolore e una sofferenza continua del cuore" dell'apostolo e dalla volontà di essere "anatema e separato da Cristo a vantaggio dei fratelli", gli ebrei. Una delle più grandi pietre di inciampo che ha sempre tenuto la gente lontana dalla fede è stato che i cristiani non abbiano amato abbastanza. Quanto siamo interessati o preghiamo che venga sollevato il velo dagli occhi del Popolo Eletto così che essi riconoscano il loro Messia, senza dimenticare che questo momento sarà come "risurrezione dai morti" (Rm 11:15) per il mondo intero?


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