Lo rivelano documenti di recente scoperta, pubblicati dalla Pave the Way Foundation
ROMA, sabato, 9 marzo 2012 (ZENIT.org) - Una serie di documenti, scoperti di recente e pubblicati on line, rivela uno schema di piano d'azione da parte dell'allora arcivescovo Eugenio Pacelli (il futuro Papa Pio XII) culminato nella creazione del moderno Stato di Israele. Lo ha rivelato la Pave The Way Foundation.
Nel 1917, mons. Pacelli incontrò infatti il presidente della World Zionist Organization, Nahum Sokolow, ed organizzò per lui un incontro con Papa Benedetto XV per discutere la creazione di una patria ebraica. In un resoconto appassionato, Sokolow descrisse la sua udienza del 12 maggio 1917 con le seguenti parole:
“Prima sono stato ricevuto da mons. Eugenio Pacelli, segretario degli Affari Straordinari, ed alcuni giorni dopo ho avuto un lungo colloquio con il cardinale segretario di Stato Gasparri. Entrambi gli incontri sono stati straordinariamente cordiali e positivi. Non tendo verso la credulità o esagerazioni e comunque non posso evitare di ribadire che questo ha rivelato una straordinaria quantità di amicizia: concedere ad un ebreo e rappresentativo del sionismo con una tale rapidità un'udienza privata durata così a lungo e di un tale calore e svoltasi con tutte le garanzie di simpatia, sia per gli ebrei in generale che per il sionismo in particolare, dimostra che non dobbiamo aspettare ostacoli insuperabili da parte del Vaticano. Il Papa mi ha chiesto, 'Pacelli mi ha raccontato la vostra missione, mi vuole raccontare altri dettagli?'" (File A 18/25 nell'Archivio principale dello Yad Vashem).
Il 15 novembre 1917, il nunzio Pacelli agì su richiesta urgente della comunità ebraica della Svizzera per un suo intervento perché si temeva un massacro degli ebrei in Palestina da parte dell'Impero Ottomano. Pacelli chiese al governo tedesco, che si era alleato con i turchi ottomani, di proteggere gli ebrei della Palestina. Pacelli riuscì ad ottenere la protezione degli ebrei da parte del governo tedesco, “anche con l'uso delle armi”.
Pacelli incontrò Sokolow nuovamente il 15 febbraio 1925 e organizzò un altro incontro con il cardinale Pietro Gasparri a proposito di una patria ebraica in Palestina. Nel 1926, Pacelli lanciò un appello a tutti i cattolici di unirsi al movimento pro-Palestina in Germania, che contava membri famosi come Albert Einstein, Thomas Mann, Konrad Adenauer, e padre Ludwig Kaas.
PTWF è venuta a conoscenza dell'esistenza di un documento molto interessante, ancora inedito, che potrebbe mostrare l'atteggiamento di Pio XII riguardo ad una patria ebraica. Nel 1944, Pio XII andò contro i sentimenti generali del suo segretario di Stato, quando rispose ad un avvertimento scritto di monsignor Domenico Tardini, contrario ad aiutare agli ebrei a stabilire una patria. Pio XII scrisse di proprio pugno: “Gli ebrei hanno bisogno di una propria Patria”. Questo documento si trova nella sezione chiusa della Biblioteca Vaticana e non sarà disponibile fino a quando gli archivi verranno completamente aperti.
E' stato ritrovato anche il discorso di Pio XII pronunciato nel 1946 davanti ad una delegazione araba venuta a Roma per dissuadere il Papa di appoggiare una patria ebraica in Palestina. Pio XII concluse l'incontro lasciando delusa la delegazione araba dichiarando chiaramente: “Come condanniamo anche più volte in passato, la persecuzione scatenata da fanatici antisemiti contro il popolo ebraico”.
Secondo una ricerca condotta dalla Fondazione Raoul Wallenberg, è stato Pio XII che “ha spianato la strada” ai Paesi cattolici membri delle Nazioni Unite per votare positivamente a favore di una spartizione della Palestina nel novembre del 1947. Sono stati scoperti anche articoli di giornali su come il Vaticano incoraggiò la Spagna a riconoscere lo Stato ebraico nel 1955.
Il direttore della Pave the Way Foundation, Elliot Hershberg, ha dichiarato: “la nostra ricerca ha dimostrato che il rapporto positivo di Papa Pio XII nei confronti del popolo ebraico iniziò nella gioventù di Pacelli con la sua stretta amicizia con un ragazzo ebreo ortodosso di nome Guido Mendes. Pacelli avrebbe condiviso i pasti dello Shabbat, imparato a leggere l'ebraico e preso in prestito i libri dei grandi studiosi rabbinici. I documenti che abbiamo scoperto rivelano i numerosi interventi di Pacelli per salvare vite di ebrei e proteggere le tradizioni ebraiche. Questa evidenza ripudia le accuse che Pacelli fosse in ogni modo antisemita, che è stato accreditato come un fatto da alcuni storici”.
Gary Krupp, presidente della Pave the Way, ha dichiarato, “l'obiettivo della Pave the Way Foundation è stato quello di usare le nostre relazioni internazionali per individuare e rendere disponibile ogni documento cche possiamo localizzare di pubblicare on-line e rendere queste informazioni disponibili agli studiosi di tutto il mondo, se si tratta di un messaggio positivo o negativo. Fino ad oggi abbiamo pubblicato online oltre 46.000 pagine di materiale di ricerca, incluse interviste video con vari testimoni oculari. In linea con la nostra missione, stiamo cercando di risolvere questo ostacolo vecchio di 47 anni tra ebrei e cattolici”.