Rivelazione Divina e Terra di Israele
Tra la visione del mondo umanistica e quella biblica.
San Girolamo scrisse molto tempo fa che "l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo". Più generalmente, l'ignoranza delle Scritture è anche l'ignoranza della storia della salvezza e del disegno di Dio per l'umanità e per il mondo. Oggi, soprattutto (ma non solo esclusivamente) a causa di una diffusa ignoranza delle Scritture, la particolare chiamata del Popolo Ebraico viene sempre più delegittimata e negata, e al cuore di questa delegittimazione è posta la loro connessione alla Terra di Israele. Persino tra i cristiani, l'ignoranza o la trascuratezza della conoscenza delle Scritture risulta in situazioni dove degli obiettivi sociopolitici, che siano di buone intenzioni o no, comunemente prendono il sopravvento sulla rivelazione biblica.
Prendiamo in esempio un evento molto attuale: proprio fra qualche settimana, il 20 settembre, l'Autorità Palestinese inoltrerà all'ONU la richiesta di riconoscimento di uno Stato Palestinese. Il crescente numero di nazioni che supportano la creazione della "Palestina" giustificheranno la loro posizione con una vasta gamma di ragioni – siano esse diplomatiche, politiche o umanistiche. Ma pochi, se mai ce ne siano, saranno guidati e informati da una visione biblica riguardo alle alleanze di Dio.
È noto che non pochi sostenitori della "Palestina" sono indotti da un astio riguardo allo Stato di Israele, mentre altre nazioni e capi di stato chiudono un occhio sulla cultura di istigazione e di odio verso Israele costantemente promossa nella società palestinese, dove l'istituzione dello Stato della Palestina è vista come un primo passo verso la distruzione di quello israeliano. Invece di educare il proprio popolo alla pace e ad una coesistenza con Israele, l'Autorità Palestinese dipinge continuamente un Medio Oriente dove Israele non esiste più, dove viene negata la connessione storica ebraica alla Terra Santa, dove tutta la presenza ebraica a Gerusalemme sarà cancellata e dove i terroristi che uccidono gli israeliani sono abitualmente lodati e glorificati come "martiri".
Per contrasto, la dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II afferma: "Gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento" Questa è una citazione della Lettera ai Romani di San Paolo, che nella sua forma originale si presenta così:
Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! (Rm 11:28-29).
La Chiesa, in eco con l'apostolo, afferma perciò che i "doni" di Dio al Popolo Ebraico sono "irrevocabili". Ma quali sono questi doni?
Non vi sono dubbi sul fatto che il "dono" più importante che Dio diede al popolo di Israele nella Bibbia sia la Terra di Israele. L'importanza e la permanenza di questo dono è ripetuta ed enfatizzata dozzine di volte nelle Scritture. Di conseguenza se i "doni" che Dio ha dato a Israele sono irrevocabili, come la Chiesa ci fa ricordare, allora in questi doni è anche incluso il dono del paese. Rinnegare la connessione degli ebrei a Eretz Israel significa perciò niente di meno che rinnegare la fedeltà delle promesse di Dio e la verità della Sua parola.
Ma voi da quale parte state?
Coloro che trascurano o rinnegano l'eredità biblica del paese al popolo di Israele possono essere approssimativamente divisi in tre gruppi:
- Del primo gruppo fanno parte coloro che, senza alcuna malizia, sono semplicemente ignari dell'esistenza dei grandi testi biblici nei quali si trovano le promesse di Dio del Paese al popolo di Israele. Il presente articolo, un semplice sommario dei passaggi biblici più importanti, se pur con brevi spiegazioni, è particolarmente indirizzato a questo gruppo. Per coloro che ancora credono nell'autorità della Parola di Dio, il numero e la forza di questi passaggi parleranno da sé.
- Del secondo gruppo fanno parte coloro che, sebbene conoscano i testi biblici sulla promessa, in buona fede non sono d'accordo con la loro interpretazione. Questo articolo probabilmente non sarà sufficiente a convincerli, ed essi propenderanno per spiegazioni e discussioni teologiche più elaborate…
- Al terzo gruppo infine appartengono coloro per i quali le loro posizioni antisionistiche o anti-Israele sono più importanti della rivelazione divina. Nonostante essi possano a parole sostenere di professare una fede cristiana, generalmente hanno costruito a priori dei preconcetti sulla questione di Israele basati su qualcosa che non ha niente a che vedere con le Scritture (per es. politica o ideologie), ed essi probabilmente non potranno essere convinti da nessun testo biblico, per quanto chiaro possa essere. Per questo gruppo, una preghiera potrebbe essere più benefica di qualsiasi persuasivo argomento.
Vi prego di notare che il presente articolo non sostiene che lo Stato di Israele, nella sua forma presente, costituisca una sorta di restaurazione del regno davidico o messianico, né asseconda la ricostruzione del Tempio. Ancora meno esso cerca di usare le Scritture per giustificare ogni ingiustizia eseguita contro qualsiasi persona, di minimizzare la responsabilità morale di Israele o di ignorare l'inerente dignità del popolo palestinese. Esso propone semplicemente un significato profetico al ritorno e alla presenza del Popolo Ebraico nel paese di Israele e invita i cristiani a riscoprire la fedeltà e l'azione provvidenziale di Dio nel ritorno del Suo popolo alla sua terra dopo un lungo esilio, come predetto nelle Sacre Scritture. Esso intende inoltre stimolare i credenti a pensare e a chiedersi: quale visione mondiale dà forma alla nostra visione del Medio Oriente e del conflitto Israelo-Palestinese: quella umanistica o quella biblica?
La Promessa della Terra ai Patriarchi
Dio promise il paese di Canaan per la prima volta ad Abramo e ai suoi futuri discendenti, dopo che il patriarca si fu stabilito a Betel:
Il SIGNORE disse ad Abram… "Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso l'oriente e l'occidente. Tutto il paese che tu vedi, io lo darò a te e alla tua discendenza per sempre. Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. Alzati, percorri il paese in lungo e in largo, perché io lo darò a te". (Gn 13:14-17)
La promessa è ripetuta in seguito come parte integrante dell'alleanza che Dio aveva appena stipulato con Abramo:
Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Cànaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio (Gn 17:7-8.)
Inizialmente, la promessa del paese sembra estendersi a tutti i discendenti di Abramo (che includerebbero entrambi gli ebrei e gli arabi). Ma Dio poi limita la promessa solamente ad Isacco (escludendo Ismaele, il padre degli arabi):
Non scendere in Egitto, abita nel paese che io ti indicherò. Rimani in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendenza io concederò tutti questi territori, e manterrò il giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre. Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della terra saranno benedette per la tua discendenza. (Gn 26:3-4)
In seguito, Dio rinnova l'alleanza abramica con il figlio di Isacco a Betel, rinominandolo "Israele" e limitando di nuovo la promessa del paese a lui e ai suoi discendenti (escludendo i discendenti di Esaù, gli Edomiti):
Dio gli disse: "Il tuo nome è Giacobbe. Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele sarà il tuo nome". Così lo si chiamò Israele. Dio gli disse: "Io sono Dio onnipotente. Sii fecondo e diventa numeroso, popolo e assemblea di popoli verranno da te, re usciranno dai tuoi fianchi. Il paese che ho concesso ad Abramo e a Isacco darò a te e alla tua stirpe dopo di te darò il paese". (Gn 35:10-12)
Alla fine del libro della Genesi, il figlio di Giacobbe, Giuseppe ricorda, sul suo letto di morte, la promessa del paese che Dio aveva fatto ai suoi progenitori. Nota che la promessa non verrà più limitata, ma rimarrà l'eredità promessa dei dodici figli di Giacobbe, i padri delle dodici tribù di Israele.
Poi Giuseppe disse ai fratelli: "Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe". (Gn 50:24)
Il Paese di Canaan come Fine ultimo dell'Esodo
La promessa del paese di Canaan ad Abramo, Isacco e Giacobbe rimase sicuramente viva nella memoria dei Figli di Israele durante i loro anni di schiavitù in Egitto e certamente non fu dimenticata da Dio. Quando Egli rivela se stesso a Mosè al roveto ardente, ricorda la promessa del ritorno del Suo popolo al loro paese:
E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe … Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Hittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo." (Es 3:6-8)
Dopo il tradimento dell'alleanza del Sinai con l'adorazione del popolo al vitello d'oro, Mosè si appella all'alleanza e alla promessa abramica, facendo così desistere Dio dalla punizione che voleva loro infliggere:
Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre". (Es 32:13)
Quaranta anni dopo, quando i figli di Israele sono sulle pianure di Moab, sul lato orientale del Giordano, Mosè ricorda loro l'alleanza e la promessa di Dio. Nota che la Terra Promessa qui si estende oltre i confini moderni di Israele, arrivando addirittura fino al fiume Eufrate:
Il SIGNORE nostro Dio ci ha parlato sull'Oreb e ci ha detto: … Voltatevi, levate l'accampamento e andate verso le montagne degli Amorrèi e in tutte le regioni vicine: la valle dell'Araba, le montagne, la Sefela, il Negheb, la costa del mare, nel paese dei Cananei e nel Libano, fino al grande fiume, il fiume Eufràte. Ecco, io vi ho posto il paese dinanzi; entrate, prendete in possesso il paese che il SIGNORE ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, e alla loro stirpe dopo di essi. (Dt 1:6-8)
Poco prima della sua morte, Mosè ricorda agli Israeliti che il possesso della terra è ora intimamente connesso alla loro fedeltà all'alleanza di Dio:
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il SIGNORE tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il SIGNORE ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe. (Dt. 30:19-20)
Nonostante la promessa del paese di Canaan ad Abramo, Isacco e Giacobbe fosse incondizionata, il suo possesso è ora condizionato alla fedeltà di Israele all'alleanza mosaica. Il peccato e l'infedeltà condurranno all'esilio:
Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro … Il SIGNORE ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità fino all'altra; là servirai altri dei, che né tu, né i tuoi padri avete conosciuti, dei di legno e di pietra… (Dt 28:58,64.)
Ma sebbene gli Israeliti siano dispersi in esilio a causa della loro infedeltà, se essi si pentono e ritornano a Dio, Egli li farà ritornare al loro paese. In questo contesto, Dio promette anche che circonciderà il loro cuore e li renderà capaci di amarlo con tutto il loro cuore e tutta la loro anima – una promessa adempiuta con l'istituzione della Nuova Alleanza. (cf. Ger 31:31-33; Rm 2:29):
Quando tutte queste cose che io ti ho poste dinanzi, la benedizione e la maledizione, si saranno realizzate su di te e tu le richiamerai alla tua mente in mezzo a tutte le nazioni, dove il SIGNORE tuo Dio ti avrà scacciato, se ti convertirai al SIGNORE tuo Dio… allora il SIGNORE tuo Dio farà tornare i tuoi deportati, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo da tutti i popoli, in mezzo ai quali il SIGNORE tuo Dio ti aveva disperso. Quand'anche i tuoi esuli fossero all'estremità dei cieli, di là il SIGNORE tuo Dio ti raccoglierà e di là ti riprenderà. Il SIGNORE tuo Dio ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri avevano posseduto e tu lo possiederai; Egli ti farà felice e ti moltiplicherà più dei tuoi padri. Il SIGNORE tuo Dio circonciderà il tuo cuore e il cuore della tua discendenza, perché tu ami il SIGNORE tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima e viva. (Dt. 30:1-6)
I profeti prima dell'Esilio
Con la conquista di Caanan sotto Giosuè, i figli di Israele prendono possesso del paese che Dio aveva loro promesso. Ma dopo l'avvento della monarchia, spesso corrotta, i profeti frequentemente avvertono Israele del duro giudizio che verrà sopra di loro se essi persistono nel peccato e nell'idolatria. Ciononostante, l'infedeltà di Israele non influisce negativamente sulla fedeltà di Dio. Gli avvertimenti sull'esilio sono controbilanciati dalla sicurezza che esso non durerà per sempre e che il Signore farà ritornare il Suo popolo alla Terra Promessa.
Amos
Il libro di Amos, il profeta che predicava nel regno settentrionale di Israele intorno al 750 a.C., è il libro profetico più antico della Bibbia. Nel mezzo di terribili avvertimenti di un giudizio, Dio assicura Israele per mezzo del profeta che farà erigere di nuovo il Tabernacolo di Davide e reinsedierà il Suo popolo nelle loro antiche città:
Farò tornare gli esuli del mio popolo Israele, e ricostruiranno le città devastate e vi abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino; coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto. Li pianterò nella loro terra e non saranno mai divelti da quel suolo che io ho concesso loro, dice il SIGNORE tuo Dio. (Amos 9:14-15)
Isaia
Il profeta Isaia, che visse dal 740 al 698 a.C. circa, annuncia anch'esso che Dio riunirà i dispersi di Israele dalle estremità della terra e li riporterà al loro paese:
In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa… [Il Signore] alzerà un vessillo per le nazioni e raccoglierà gli espulsi di Israele; radunerà i dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra. (Is 11:10-12)
Il SIGNORE infatti avrà pietà di Giacobbe e si sceglierà ancora Israele e li ristabilirà nel loro paese. A loro si uniranno gli stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe. (Is 14:1)
Il Deuteroisaia specifica che questo nuovo raduno avverrà dai quattro angoli della terra:
Non temere, perché io sono con te; dall'oriente farò venire la tua stirpe, dall'occidente io ti radunerò. Dirò al settentrione: Restituisci, e al mezzogiorno: Non trattenere; fà tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall'estremità della terra... (Is 43:5-6)
Dice il SIGNORE… "Ti ho formato e posto come alleanza per il popolo, per far risorgere il paese, per farti rioccupare l'eredità devastata, per dire ai prigionieri: Uscite, e a quanti sono nelle tenebre: Venite fuori… Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non soffriranno né fame né sete e non li colpirà né l'arsura né il sole, perché colui che ha pietà di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti di acqua. Io trasformerò i monti in strade e le mie vie saranno elevate. Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da mezzogiorno e da occidente e quelli dalla regione di Assuan". (Is 49:8-12)
(*Nota: per semplificare includiamo qui l'intero libro di Isaia in un'unità, senza escludere la possibilità di una composizione postesilica dell'ultima parte del libro)
Sofonia
Un secolo dopo Isaia, Sofonia fu profeta in Giuda durante il regno del re Giosia, dal 640 al 609 a.C. circa. Nel terzo capitolo, egli profetizza duramente contro Gerusalemme e avverte che nazioni ostili si aduneranno contro di lei e disperderanno i suoi abitanti. Tuttavia, dopo essere stati umiliati, Dio li farà ritornare nel loro paese e la città sarà lodata tra le nazioni:
In quel giorno si dirà a Gerusalemme: "Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!... In quel tempo io vi guiderò, in quel tempo vi radunerò e vi darò fama e lode fra tutti i popoli della terra, quando, davanti ai vostri occhi, ristabilirò le vostre sorti, dice il SIGNORE. (Sof 3:16, 20).
Geremia
Geremia fu profeta negli ultimi anni del regno di Giuda prima dell'esilio in Babilonia nel 586 a.C. Con la nazione sul ciglio della distruzione, gli oracoli di Geremia tendono ad essere particolarmente oscuri. Ciononostante anche qui essi sono cosparsi di numerose promesse che parlano della restaurazione di Israele. Geremia sottolinea che con il raduno saranno riunite le case di Giuda e di Israele, ed egli dà un'enfasi particolare ad un ritorno dalla "regione settentrionale".
Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni - dice il SIGNORE - non si parlerà più dell'arca dell'alleanza del SIGNORE… In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del SIGNORE; tutti i popoli vi si raduneranno nel nome del SIGNORE e non seguiranno più la caparbietà del loro cuore malvagio. In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa di Israele e tutte e due torneranno insieme dalla regione settentrionale nel paese che io avevo dato in eredità ai loro padri. (Ger 3:16-18)
"Poiché, se veramente emenderete la vostra condotta e le vostre azioni, se realmente pronunzierete giuste sentenze fra un uomo e il suo avversario… e se non seguirete per vostra disgrazia altri dei, io vi farò abitare in questo luogo, nel paese che diedi ai vostri padri da lungo tempo e per sempre". (Ger 7:5-7)
Alcuni sionisti ebrei e cristiani vedono una connessione moderna tra il ritorno dalla "regione settentrionale" e la massiccia immigrazione in Israele negli anni '90 di quasi un milione di ebrei provenienti dall'Unione Sovietica, che si trova direttamente al nord di Israele.
Altrove il profeta compara il ritorno di Israele al loro paese con l'Esodo dall'Egitto. Tuttavia, a differenza del primo Esodo, il nuovo Esodo vedrà gli Israeliti ritornare non da un singolo paese ma da una moltitudine di nazioni – con di nuovo una speciale enfasi su un certo "paese del settentrione". Geremia aggiunge anche un'interessante novità, ovvero il ritorno degli ebrei sarà accompagnato da altri individui che egli chiama "pescatori" e "cacciatori":
Pertanto, ecco, verranno giorni - oracolo del SIGNORE - nei quali non si dirà più: Per la vita del SIGNORE che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto; ma piuttosto si dirà: Per la vita del SIGNORE che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi. E io li ricondurrò nel loro paese che avevo concesso ai loro padri. Ecco, io invierò numerosi pescatori - dice il SIGNORE - che li pescheranno; quindi invierò numerosi cacciatori che daranno loro la caccia su ogni monte, su ogni colle e nelle fessure delle rocce. (Ger 16:14-16)
Alcuni sionisti cristiani hanno anche dato una moderna interpretazione dei "pescatori" e dei "cacciatori": essi suggeriscono che i "pescatori" possano essere essi stessi – amici cristiani che sono andati nel "paese del settentrione" (Russia) e in altri paesi per "pescare" gli ebrei e aiutarli a ritornare nel paese di Israele; mentre i "cacciatori" potrebbero riferirsi alle persecuzioni antisemitiche che "cacceranno" gli ebrei dai loro paesi e li costringeranno a cercare rifugio in Israele.
Altri passaggi presentano gli stessi elementi:
Pertanto, ecco, verranno giorni - dice il SIGNORE - nei quali non si dirà più: Per la vita del SIGNORE che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto, ma piuttosto: Per la vita del SIGNORE che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra". (Ger 23:7-8)
Ascoltate la parola del SIGNORE, popoli, annunziatela alle isole lontane e dite: "Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come fa un pastore con il gregge", perché il SIGNORE ha redento Giacobbe, lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui… C'è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini. (Ger 31:10-11, 17)
Geremia connette anche il raduno degli ebrei e la restaurazione del paese con l'istituzione di una nuova ed eterna alleanza con loro per mezzo della quale Dio perdonerà tutte le loro colpe e li farà rimanere permanentemente fedeli a Lui (cf. Ger 31:31-34). Egli enfatizza la permanenza di questa alleanza comparandola con la permanenza dell'ordine del creato:
Così dice il SIGNORE che ha fissato il sole come luce del giorno, la luna e le stelle come luce della notte, che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde e il cui nome è SIGNORE degli eserciti: "Quando verranno meno queste leggi dinanzi a me - dice il SIGNORE - allora anche la progenie di Israele cesserà di essere un popolo davanti a me per sempre". Così dice il SIGNORE: "Se si possono misurare i cieli in alto ed esplorare in basso le fondamenta della terra, anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele per ciò che ha commesso". Oracolo del SIGNORE". (Ger 31:35-37)
Ora così dice il SIGNORE Dio di Israele, riguardo a questa città che voi dite sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della fame e della peste: "Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li ho dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli. Essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Darò loro un solo cuore e un solo modo di comportarsi perché mi temano tutti i giorni per il loro bene e per quello dei loro figli dopo di essi. Concluderò con essi un'alleanza eterna e non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si distacchino da me. Godrò nel beneficarli, li fisserò stabilmente in questo paese, con tutto il cuore e con tutta l'anima". Poiché così dice il SIGNORE: "Come ho mandato su questo popolo tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto il bene che ho loro promesso. E compreranno campi in questo paese, di cui voi dite: È una desolazione, senza uomini e senza bestiame, lasciato in mano ai Caldei. Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno contratti e li sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città della montagna e nelle città della Sefèla e nelle città del mezzogiorno, perché cambierò la loro sorte". Oracolo del SIGNORE" (Ger 32:36-44)
Ecco io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza. Cambierò la sorte di Giuda e la sorte di Israele e li ristabilirò come al principio. Li purificherò da tutta l'iniquità con cui hanno peccato contro di me e perdonerò tutte le iniquità che han commesso verso di me e per cui si sono ribellati contro di me. Ciò sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra, quando sapranno tutto il bene che io faccio loro e temeranno e tremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò loro. (Ger 33:6-9; anche vv. 10-24)
Dice il SIGNORE: "Se non sussiste più la mia alleanza con il giorno e con la notte, se io non ho stabilito le leggi del cielo e della terra, in tal caso potrò rigettare la discendenza di Giacobbe e di Davide mio servo, così da non prendere più dai loro posteri coloro che governeranno sulla discendenza di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Poiché io cambierò la loro sorte e avrò pietà di loro". (Ger 33:25-26)
Nei Salmi
Anche nei Salmi vi sono alcuni riferimenti al dono del paese come parte integrante dell'alleanza di Dio con Israele e alla promessa del "raduno dei dispersi di Israele":
È lui il SIGNORE, nostro Dio… Ricorda sempre la sua alleanza: parola data per mille generazioni, l'alleanza stretta con Abramo e il suo giuramento ad Isacco. La stabilì per Giacobbe come legge, come alleanza eterna per Israele: "Ti darò il paese di Cànaan come eredità a voi toccata in sorte". (Sal 105:7-11)
Il SIGNORE ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d'Israele. (Sal 147:2)
Durante l'Esilio: Ezechiele
Il grande profeta dell'Esilio è Ezechiele. Forse a causa della tragica situazione di Israele in quel tempo, con il Tempio e il centro di Gerusalemme distrutti e la maggior parte della popolazione deportata in Babilonia, egli è anche il più esplicito nel descrivere il ritorno di Israele al suo paese. Vi è una particolare enfasi nel linguaggio di Ezechiele sulla permanenza e sicurezza dei figli di Israele nel loro paese dopo il loro ritorno – qualcosa che certamente non è ancora avvenuto:
Così dice il Signore DIO; "Quando avrò radunato gli Israeliti di mezzo ai popoli fra i quali sono dispersi, io manifesterò in essi la mia santità davanti alle genti: abiteranno il paese che diedi al mio servo Giacobbe, vi abiteranno tranquilli, costruiranno case e pianteranno vigne; vi abiteranno tranquilli, quando avrò eseguito i miei giudizi su tutti coloro che intorno li disprezzano: e sapranno che io sono il SIGNORE loro Dio". (Ez 28:25-26)
Ezechiele sottolinea che il ritorno degli Ebrei porterà una rinnovata fertilità e abbondanza nel paese:
E voi, monti d'Israele, mettete rami e producete frutti per il mio popolo d'Israele perché sta per tornare. Ecco infatti a voi, a voi io mi volgo; sarete ancora lavorati e sarete seminati. Moltiplicherò sopra di voi gli uomini, tutta la gente d'Israele, e le città saranno ripopolate e le rovine ricostruite. Moltiplicherò su di voi gli uomini e gli armenti e cresceranno e saranno fecondi: farò sì che siate popolati come prima e vi elargirò i miei benefici più che per il passato e saprete che io sono il SIGNORE. Ricondurrò su di voi degli uomini, il mio popolo Israele: essi vi possederanno e sarete la loro eredità e non li priverete più dei loro figli.. (Ez 36:8-12)
Ezechiele estende anche l'idea di Geremia affermando che il ritorno al paese sarà congiunto ad una miracolosa rinascita spirituale, che donerà loro un "nuovo cuore" e lo Spirito di Dio in loro:
Dice il Signore DIO: Se li ho mandati lontano fra le genti, se li ho dispersi in terre straniere, sarò per loro un santuario per poco tempo nelle terre dove hanno emigrato… Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terre in cui siete stati dispersi e a voi darò il paese d'Israele. Essi vi entreranno e vi elimineranno tutti i suoi idoli e tutti i suoi abomini. Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. (Ez 11:16-20)
Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. (Ez 36:24-28)
La stessa idea è espressa metaforicamente nel capitolo successivo con la famosa visione di Ezechiele delle ossa aride. Dio gli comanda di profetizzare e ridona la vita alle ossa aride. Quando Ezechiele profetizza una prima volta, nervi, carne e pelle cominciano a ricoprire le ossa, ma non vi è ancora lo spirito in esse. (Ez 37:7-8). Quando egli profetizza una seconda volta, lo spirito entra nelle ossa ed essi ritornano in vita. Il Signore allora procede ad interpretare la visione: la restaurazione di nervi, carne e pelle rappresenta la restaurazione di Israele nella loro terra, mentre lo spirito di vita rappresenta la loro risurrezione spirituale quando lo Spirito di Dio dimorerà in loro e il servo di Dio "Davide" – il Messia - regnerà sopra di loro.
Mi disse: "Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore DIO: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il SIGNORE. L'ho detto e lo farò". Oracolo del SIGNORE Dio.": (Ez 37:11-14)
Così dice il Signore DIO: Ecco, io prenderò gli Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro paese: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro… li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato; li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide sarà su di loro e non vi sarà che un unico pastore per tutti; seguiranno i miei comandamenti, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, attraverso i secoli; Davide mio servo sarà loro re per sempre. Farò con loro un'alleanza di pace, che sarà con loro un'alleanza eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Le genti sapranno che io sono il SIGNORE che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre". (Ez 37:21-27)
(Raccomando vivamente l'intera lettura dei capitoli 36-37 di Ezechiele)
La restaurazione di Israele nella loro terra è anche descritta come perenne in seguito alla guerra escatologica di Gog e Magog. Ezechiele illustra come negli "ultimi giorni", "Gog", insieme ad altre nazioni quali la "Persia" e la "Libia" improvvisamente e brutalmente attaccano il popolo di Israele che è stato recentemente radunato nel suo paese. Tuttavia questo attacco sarà vano, e porterà solamente un terribile giudizio su queste nazioni ostili (Ez 38:1-39:20). In seguito a questo grande scompiglio, viene di nuovo evidenziata la permanenza degli ebrei nel loro paese:
Perciò così dice il Signore DIO: Ora io ristabilirò la sorte di Giacobbe, avrò compassione di tutta la casa d'Israele e sarò geloso del mio santo nome. Quando essi abiteranno nella loro terra tranquilli, senza che alcuno li spaventi, si vergogneranno di tutte le ribellioni che hanno commesse contro di me. Quando io li avrò ricondotti dalle genti e li avrò radunati dalle terre dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a numerosi popoli, allora sapranno che io, il SIGNORE, sono il loro Dio, poiché dopo averli condotti in schiavitù fra le genti, li ho radunati nel loro paese e non ne ho lasciato fuori neppure uno. Allora non nasconderò più loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa d'Israele". Parola del Signore DIO. (Ez 39:25-28)
I Profeti dopo l'Esilio
I profeti postesilici continuano ad annunciare un ritorno del popolo ebraico nel paese di Israele:
Ricordati della parola che hai affidato a Mosè tuo servo: Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli; ma se tornerete a me e osserverete i miei comandi e li eseguirete, anche se i vostri esiliati si trovassero all'estremità dell'orizzonte, io di là li raccoglierò e li ricondurrò al luogo che ho scelto per farvi dimorare il mio nome. (Ne 1:8-9)
Su, su, fuggite dal paese del settentrione - parola del SIGNORE - voi che ho dispersi ai quattro venti del cielo - parola del SIGNORE. A Sion mettiti in salvo, tu che abiti ancora con la figlia di Babilonia! (Zc 2:10-11)
Io rafforzerò la casa di Giuda e renderò vittoriosa la casa di Giuseppe: li ricondurrò in patria, poiché ne ho avuto pietà; saranno come se non li avessi mai ripudiati, poiché io sono il SIGNORE loro Dio e li esaudirò… Con un fischio li chiamerò a raccolta quando li avrò riscattati e saranno numerosi come prima. Dopo essere stati dispersi fra i popoli, nelle regioni remote, si ricorderanno di me, alleveranno i figli e torneranno. Li farò ritornare dall'Egitto, li raccoglierò dall'Assiria, per ricondurli nella terra di Gàlaad e del Libano e non basterà per loro lo spazio. Attraverseranno il mare verso Tiro, percuoteranno le onde del mare, saranno inariditi i gorghi del Nilo. Sarà abbattuto l'orgoglio di Assur e rimosso lo scettro d'Egitto. Li renderò forti nel SIGNORE e del suo nome si glorieranno. Parola del SIGNORE. (Zc. 10:6-12)
Profezie adempiute?
Rimane ora un'importante questione: tutte queste promesse potrebbero essersi adempiute con il ritorno degli ebrei dalla Babilonia in Giuda? La risposta è no per le seguenti ragioni:
- I profeti predissero un ritorno dall'esilio da molti paesi situati nei quattro angoli della terra (Ger 16:14-16, 23:7-8), ma il ritorno dalla Babilonia fu solo da un paese.
- I profeti predissero un ritorno permanente e sicuro dove Israele non verrà mai più esiliato (Amos 9:14-15, Ger 24:5-6); invece, il ritorno dalla Babilonia fu solamente parziale (con molti ebrei che rimasero nella diaspora durante il periodo del Secondo Tempio), e né permanente né sicuro, in quanto gli ebrei furono esiliati di nuovo nel 70 d.C. e nel 135 d.C.
- I profeti predissero che il ritorno degli ebrei in Israele sarebbe stato accompagnato dall'istituzione di un'alleanza perenne e dal dono di un nuovo cuore a Israele (Ger 32:37-44, Ez 36-37). Nonostante Gesù il Messia realmente istituì la Nuova Alleanza, fino ad oggi essa non è stata ampiamente accettata dalla maggior parte del popolo di Israele.
- I profeti parlarono di un raduno escatologico e finale nel paese, che avverrà verso la fine della storia umana.
- I profeti postesilici continuarono a profetizzare un ritorno degli ebrei in Israele. Se il ritorno si fosse già adempiuto con il ritorno dalla Babilonia, le profezie pronunciate dopo l'esilio sarebbero state completamente superflue e irrilevanti.
Il Nuovo Testamento
Gli scrittori del Nuovo Testamento presuppongono il dono di Dio del paese di Israele al Popolo Ebraico. Mentre essi annunciano chiaramente la venuta di una nuova, più grande e universale alleanza con la casa di Israele, che va oltre il possesso materiale del paese ed è ora estesa ad includere tutti i popoli della terra, da nessuna parte nel Nuovo Testamento viene riportato che l'alleanza originale con Israele, i suoi segni e garanzie, come il dono del paese al popolo ebraico, siano stati revocati.
Vorrei inoltre far notare un serio errore, spesso commesso nel linguaggio corrente, di riferirsi al paese dove Gesù visse con il termine "Palestina", in quanto non esisteva nessuna "Palestina" nel primo secolo d.C. In effetti gli evangelisti si riferiscono al paese di Gesù come il "paese di Israele" (Mt 2:20-21) o semplicemente "Israele" (Mt 8:10; 9:33; 10:23; Luca 7:9). Mentre il nome "Israele" appare 2787 volte nella Bibbia, il nome "Palestina", che deriva dagli antichi arcinemici di Israele, i filistei, non appare neanche una volta nelle Scritture (AT e NT). Questo nome risale al 135 d.C. quando, in seguito alla seconda rivolta giudaica, l'Imperatore Romano Adriano decise di rimuovere il nome di Giudea e di rinominarla "Provincia Syria palaestina" (Vedi Terra Santa o Israele?).
Vi risulta familiare questo scenario – il cercare di rimuovere il nome biblico e la memoria di Israele e di rimpiazzarlo con "Palestina"?
Persino Gesù almeno per due volte ha alluso ad una futura restaurazione del popolo di Israele alla loro terra: primo, nel suo discorso escatologico riportato da Luca, Gesù disse che "Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti." (Lc 21:24). Questo sembra assumere che "il tempo dei Gentili", quando Gerusalemme è sotto il loro controllo, finirà, e gli ebrei un giorno riacquisteranno la sovranità sulla Città Santa.
Poi, proprio prima dell'ascesa di Gesù, i discepoli gli chiedono:
"Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra". (Atti 1:6-8)
I commentatori cristiani hanno spesso interpretato la risposta di Gesù dicendo: "In realtà io non restaurerò il regno di Israele ma piuttosto vi darò lo Spirito Santo così che mi sarete testimoni e testimonierete ora un regno puramente spirituale, il regno dei cieli, il "nuovo Israele" che è la Chiesa".
Ma Gesù non dice niente del genere. La sua promessa dello Spirito Santo e la Sua commissione ai discepoli di essere testimoni non esclude in nessun modo una reale e futura restaurazione di Israele, come espresso dai profeti. La risposta di Gesù, che afferma che i discepoli non sono tenuti a "conoscere i tempi e i momenti", è infatti abbastanza ambigua. Ma Egli non scarta la questione considerandola come irrilevante o quanto meno dà una risposta negativa, e neanche afferma che il regno di Israele verrà in qualche modo trasferito alla Chiesa. Al contrario, dicendo ai discepoli che essi non possono conoscere i "tempi e i momenti", egli lascia intendere che questi tempi e momenti un giorno avverranno e la restaurazione che essi chiedono avrà luogo. Certamente non avverrà quando essi se lo aspettano e succederà in un modo totalmente diverso da come essi pensano: la restaurazione non sarà solamente fisica ma anche spirituale, lo Spirito Santo agirà come il suo principale agente e il restaurato Israele sarà in qualche modo unito al Corpo del Messia.
Conclusione
Riassumendo, affermare che il dono della terra di Israele al popolo ebraico è stato in qualche modo revocato va direttamente contro non solo le parole di Gesù e gli insegnamenti di Paolo in Rm 11:28-29 (riportati in Nostra Aetate), che affermano entrambi l'irrevocabilità dei doni di Dio a Israele, ma anche al vero carattere di Dio che mantiene l'alleanza con il Suo popolo da generazione in generazione.
Allo stesso tempo, la promessa del paese di Israele al popolo ebraico non è un fine a se stesso: la Gerusalemme terrena è adempiuta nella nuova Gerusalemme celeste fondata da Yeshua (Gesù), Messia e Re di Israele. Tuttavia un modo efficace per i cristiani di rendere testimonianza alla Gerusalemme celeste, non è di rinnegarla, ma piuttosto di affermare la fedeltà delle promesse di Dio al suo antico popolo, tenendo presente che esistono forze in opera nel mondo che attivamente e instancabilmente agiscono al fine di distruggerlo.